venerdì 4 luglio 2014

CALCIO, CAROGNE E GATTOPARDI di STEFANO SANTACHIARA

Certo. Scrivo di donne. Ma non solo. 
Scrivo anche di uomini che combattono per le loro idee, quando si tratta di idee adeguatamente rivoluzionarie, di rottura, costruttive. Idee che escono dal "seminato" in modo positivo. Idee che aiutano a riflettere, a porsi domande, a farci un po' vacillare nelle nostre certezze così  radicate in quella cultura preformata, preconfezionata che respiriamo fin dalla culla.
Quindi, ecco delle idee su cui riflettere. 
Idee contenute in un nuovo libro: "CALCIO, CAROGNE E GATTOPARDI" di STEFANO SANTACHIARA (giornalista e scrittore). Libro che parla del  mondo glorioso e santificato del CALCIO.

Prendere in considerazione questo libro, per me è cosa singolare. Visto che non amo il calcio. MA, C'E' UN "MA". Infatti, come sottolinea l'Autore, questo non è un libro che parla di calcio in senso tecnico, ma in senso socio-culturale, analizzando in modo critico questo mondo degli intoccabili, dei moderni dei dell'olimpo.

E a me viene pure in mente un altro libro, letto anni fa: "Zoo umani. Dalla Venere ottentotta al reality show" a cura di Sandrine Lemaire e Altri, edizioni Ombre Corte, 2003. Soprattutto mi viene in mente il paragrafo "Dagli zoo umani agli stadi: lo spettacolo dei corpi" di Philippe Liotard (pagg. 176-183) dove si parla del luogo-simbolo del calcio, il Santo Stadio, presentato come l'arena dove le "razze" (termine condannato dall'Unesco) e l'Uomo-maschio si contendono la supremazia, il potere, la virilità.

Ma torniamo al libro di STEFANO SANTACHIARA. Qui non si condanna tanto il machismo, quanto il parallelo calcio - industria, calcio - denaro. 
Beh. Diciamo che probabilmente oggi il calcio (più di ieri) è entrambe le cose: il luogo eletto del testosterone e il luogo amato dalla finanza.

Qui  di seguito pubblico la sinossi prodotta dall'Autore, invitandovi a leggere il libro. Solo per riflettere  un po'. E magari, poi leggete pure "Zoo umani". Leggere, si sa, non fa male alla salute. Anzi.

SINOSSI del libro
"CALCIO, CAROGNE E GATTOPARDI" di STEFANO SANTACHIARA

Tra pochi giorni sarà disponibile su Google e su Amazon, dunque per il momento solo in versione e-book, il mio nuovo libro sul controllo sociale esercitato dal potere attraverso il calcio.
Anticipo qui la sinossi:

Il business dei contestati Mondiali in Brasile ingrassa la Fifa e i brand player, i manager e i procuratori, le tv e i grandi marchi per miliardi di tifosi-consumatori. Mentre tutti giocano a fare i Re Mida, le società di football sono in rosso per pagare premi e stipendi lievitati per effetto della liberalizzazione della legge Bosman e della perdita del senso del limite. Come nell’economia reale, le banche sono decisive per vita, morte e miracoli dei club di cui vantano crediti e controllano cospicue quote. Le inchieste fanno emergere illegalità di ogni genere, dalle partite truccate legate alle scommesse clandestine a una presunta corruzione per assegnare i Mondiali del 2022 in Qatar, dove in pochi mesi si è raggiunto un numero spaventoso di morti nei cantieri degli stadi. La situazione deve avere superato la soglia di tolleranza ultraterrena, se persino Papa Francesco ha sottolineato come gli affari ormai rischino di inquinare tutto. In un’Italia sempre più impoverita, schiava dell’austerity europea e della grande finanza, lo Stato permette alle società calcistiche di spalmare i debiti col fisco e spende 45 milioni di euro a stagione per garantire gli stadi da ultras violenti e tollerati, ricettacolo di nostalgici di estrema destra e infiltrati a servizio delle mafie. Lo studioso Antonio Nicaso spiega in un’intervista esclusiva i modi operandidelle cosche, almeno una trentina, che adoperano il calcio per attività di riciclaggio e per aumentare il consenso sociale. La questione infatti va affrontata sul piano economico ma anche culturale, se l’omertà del sistema scoraggia le denunce delle tante patologie, dal doping all’omofobia, per non parlare della ghettizzazione del calcio femminile e del sessismo che affonda le radici in una società ad alta ingerenza clericale. Il gioco resta il più amato del pianeta ma la televisivizzazione della partita, che si dilata tra moviole, sondaggi e veline, infarcita di messaggi buonisti dei vip e di polemiche artefatte, rappresenta una moderna arma di distrazione di massa. In alcuni momenti storici cruciali gli eventi calcistici sono stati adoperati per legittimare feroci dittature ma anche per distogliere tempo ed energie dalle rivendicazioni sociali. In Italia gli operai tifano la Juventus dei padroni della Fiat, il Napoli di Maradona fece dimenticare le ruberie democristiane del dopo terremoto in Irpinia, Silvio Berlusconi infilò tre scudetti consecutivi prima di scendere in politica e fermare i Progressisti di Occhetto, una sinistra che non era stata ancora rieducata all’atlantismo e al liberismo delle tecnocrazie. Gli stessi poteri forti che si schierarono per l’anticomunista Berlusconi nel passaggio alla Seconda Repubblica oggi sostengono Matteo Renzi contro i vecchi partiti, i sindacati e il sistema pubblico. Mentre scalava il Pd di Bersani e il governo del Paese, l’allora sindaco di Firenze si faceva amico del tecnico Cesare Prandelli, beneficiando dell’immagine e della popolarità dell’allenatore della Nazionale. Ma se Prandelli si è dimesso dopo la bruciante eliminazione ai Mondiali, il neo premier Renzi resta saldo al timone sulle ali di un’ampia maggioranza parlamentare ed elettorale, silenziosa e post democristiana. Sarà un nuovo ventennio di calcio, carogne e gattopardi?
http://stefanosantachiara2.wordpress.com/2014/07/02/calcio-carogne-e-gattopardi/


 


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