venerdì 25 luglio 2014

LA CORNICE VUOTA, monologo dal libro "EVA E ALTRI SILENZI"




LA  CORNICE  VUOTA
monologo dal  libro "EVA E ALTRI SILENZI"  di  Barbara Giorgi
(tema: una telefonata ad un centro antiviolenza)


Non so perché ho telefonato.
Non lo so proprio.
Questo numero l’ho visto in tv. No, forse l’ho visto stampato su un manifesto per strada.
C’era accanto la scritta  “centro antiviolenza”.
Credo…
Va bene, non importa dove ho visto questo numero.
Devo dirle perché ho chiamato?
Forse ho un problema. Ma forse no. Sicuramente no.
Sicuramente esagero.
Sicuramente sto sbagliando.
Non dovevo chiamare.
Lei vuole che parliamo un po’?
Lei vuole sapere come mi sento?
Io… come mi sento.
Non lo so come mi sento.
Nessuno mi chiede mai come mi sento.
Non so dire come mi sento.
Forse sono una cosa un po’ vuota: come un sacco vuoto, come un piatto vuoto, come qualcosa di vuoto che prima era pieno.
Ecco. Sono una cornice vuota, senza il quadro.
Prima ero un bel quadro: uno di quelli con molti colori, molto naif, molto allegro.
Un quadro con la cornice.

Perché? Mi chiede perché adesso sono una cornice vuota? Senza quadro?
Semplice. Perché lui ha tolto il quadro.
Sì, lui.
Lui è l’amore della mia vita.
Sì, fidanzato, compagno, amante.
Come vuole chiamarlo?
Io lo chiamo amore. Per me è l’amore della mia vita.
Sa, ogni mattina mi porta il caffè a letto e poi mi dice che sono la più bella del mondo.
Come non amare un uomo così?
E mi riempie di regali di ogni tipo, non solo per le feste: anche in altre occasioni.
Soprattutto dopo le nostre litigate.
Sì, certo, litighiamo.
Come tutte le coppie.
Sì, certo, anche noi litighiamo.
Tutti litigano. E’ normale. E’ umano.

Schiaffi? No, per carità.
Forse… solo una volta. O forse… due volte.
Ma poi, basta.
Magari una spinta. Ma non voleva. E sono caduta giù per le scale di casa.
Mi sono rotta la caviglia. Sì, sono stata al pronto soccorso e mi hanno messo il gesso.
No, ma scherziamo? Come facevo a dire che lui, il mio amore, mi aveva spinta giù per le scale. Non potevo. Ho detto di essere caduta da sola.
Può capitare, del resto.
Certo, i medici hanno creduto alle mie parole.

Altre volte?
Una volta mi ha stretto forte il polso e ho dovuto tenerlo bendato una settimana.
Si era gonfiato un po’ e mi faceva male.
Ma niente di grave. Poi è passato.
Sono cose che capitano in tutte le coppie. Come lo so? Mah! Credo che sia così.
Si sa, si dice, si legge.
L’amore è anche passione.
Secondo lei, tutto questo non è amore e non è passione, ma è violenza…
Violenza.
Violenza?
Mi scusi, ma è un termine esagerato.
No, non può essere violenza.
Lui è l’amore della mia vita!

Perché allora ho telefonato?
Perché. Non so il perché.
Forse perché lui stamani mi ha dato un pugno.
Mi fa male la pancia.
Ma lui non voleva certo procurarmi dolore.
Lui mi ama.
Era solo nervoso. A volte capita che lui sia nervoso.
Sì, mi fa ancora male la pancia.
Mi fa molto male.
Mi ha dato un pugno sotto lo stomaco.
Ho provato tanto dolore da svenire.
Quando ho riaperto gli occhi lui non c’era più e io ero sdraiata sul pavimento della cucina. Vicino a me c’era il gatto che mi leccava la mano.
No. Non sono andata al pronto soccorso.
Mi sono fatta un bel caffè, ma mi veniva da vomitare. Allora non l’ho bevuto.
Così, ho pensato di provare a chiamare voi.
Così, tanto per capire cosa fate.
Così, solo per curiosità.
Mica ho bisogno di voi, in realtà.
E’ solo per capire.
E’solo per avere qualche informazione.
Io non ho bisogno di aiuto.
Lui mi ama davvero.
Io sono tutta la sua vita! Me lo dice sempre…

Però.
Lei continua a dirmi che nell’amore non c’è violenza.
Che l’amore è un’altra cosa.
Che l’amore è fatto di carezze e non di pugni.
Che l’amore solleva e non atterra.
Che l’amore fa sognare e non vivere nel terrore.
Che l’amore riempie le persone e non le svuota.
Che l’amore è altro da questa cornice senza quadro.

Cos’ho capito ora?
Che forse dovevo chiamarvi prima.
Che forse sto sbagliando.
Che forse non è amore.
Che forse… devo riempire di nuovo la cornice.

Barbara  Giorgi



giovedì 17 luglio 2014

PRESENTAZIONE DEL MIO LIBRO "EVA E ALTRI SILENZI"



Evento  culturale sulla VIOLENZA DI GENERE.

PRESENTAZIONE DEL MIO ULTIMO LIBRO “EVA E ALTRI SILENZI”, domenica 20 luglio ore 21.00, presso  C.S.I., Via Marina Vecchia, 54100 Massa (MS).

Il libro “EVA E ALTRI SILENZI”  è dedicato a Franca Rame (su autorizzazione della Compagnia teatrale Fo Rame).
Il libro contiene sette racconti e cinque monologhi, riferiti soprattutto al tema della VIOLENZA DI GENERE.

Partecipano e collaborano alla serata le Amiche Professioniste ed Artiste: Daniela Tonetti,  Elisa Caramaschi, Laura Zaccagna, Greta Bianchini.
Saranno esposte alcune opere della pittrice Magilla.
La serata avrà inizio alle ore 21.00 presso il C.S.I. di Massa, con: intervento della dott.ssa Daniela Tonetti sul tema della violenza di genere, letture dell’autrice, recite diElisa Caramaschi e Laura Zaccagna, coreografie di Greta Bianchini con allieve della scuola di danza Hillary Ballet di Massa.
Al termine, l’autrice offrirà un cocktail sulla terrazza.
Ingresso libero.
Barbara  Giorgi

venerdì 4 luglio 2014

CALCIO, CAROGNE E GATTOPARDI di STEFANO SANTACHIARA

Certo. Scrivo di donne. Ma non solo. 
Scrivo anche di uomini che combattono per le loro idee, quando si tratta di idee adeguatamente rivoluzionarie, di rottura, costruttive. Idee che escono dal "seminato" in modo positivo. Idee che aiutano a riflettere, a porsi domande, a farci un po' vacillare nelle nostre certezze così  radicate in quella cultura preformata, preconfezionata che respiriamo fin dalla culla.
Quindi, ecco delle idee su cui riflettere. 
Idee contenute in un nuovo libro: "CALCIO, CAROGNE E GATTOPARDI" di STEFANO SANTACHIARA (giornalista e scrittore). Libro che parla del  mondo glorioso e santificato del CALCIO.

Prendere in considerazione questo libro, per me è cosa singolare. Visto che non amo il calcio. MA, C'E' UN "MA". Infatti, come sottolinea l'Autore, questo non è un libro che parla di calcio in senso tecnico, ma in senso socio-culturale, analizzando in modo critico questo mondo degli intoccabili, dei moderni dei dell'olimpo.

E a me viene pure in mente un altro libro, letto anni fa: "Zoo umani. Dalla Venere ottentotta al reality show" a cura di Sandrine Lemaire e Altri, edizioni Ombre Corte, 2003. Soprattutto mi viene in mente il paragrafo "Dagli zoo umani agli stadi: lo spettacolo dei corpi" di Philippe Liotard (pagg. 176-183) dove si parla del luogo-simbolo del calcio, il Santo Stadio, presentato come l'arena dove le "razze" (termine condannato dall'Unesco) e l'Uomo-maschio si contendono la supremazia, il potere, la virilità.

Ma torniamo al libro di STEFANO SANTACHIARA. Qui non si condanna tanto il machismo, quanto il parallelo calcio - industria, calcio - denaro. 
Beh. Diciamo che probabilmente oggi il calcio (più di ieri) è entrambe le cose: il luogo eletto del testosterone e il luogo amato dalla finanza.

Qui  di seguito pubblico la sinossi prodotta dall'Autore, invitandovi a leggere il libro. Solo per riflettere  un po'. E magari, poi leggete pure "Zoo umani". Leggere, si sa, non fa male alla salute. Anzi.

SINOSSI del libro
"CALCIO, CAROGNE E GATTOPARDI" di STEFANO SANTACHIARA

Tra pochi giorni sarà disponibile su Google e su Amazon, dunque per il momento solo in versione e-book, il mio nuovo libro sul controllo sociale esercitato dal potere attraverso il calcio.
Anticipo qui la sinossi:

Il business dei contestati Mondiali in Brasile ingrassa la Fifa e i brand player, i manager e i procuratori, le tv e i grandi marchi per miliardi di tifosi-consumatori. Mentre tutti giocano a fare i Re Mida, le società di football sono in rosso per pagare premi e stipendi lievitati per effetto della liberalizzazione della legge Bosman e della perdita del senso del limite. Come nell’economia reale, le banche sono decisive per vita, morte e miracoli dei club di cui vantano crediti e controllano cospicue quote. Le inchieste fanno emergere illegalità di ogni genere, dalle partite truccate legate alle scommesse clandestine a una presunta corruzione per assegnare i Mondiali del 2022 in Qatar, dove in pochi mesi si è raggiunto un numero spaventoso di morti nei cantieri degli stadi. La situazione deve avere superato la soglia di tolleranza ultraterrena, se persino Papa Francesco ha sottolineato come gli affari ormai rischino di inquinare tutto. In un’Italia sempre più impoverita, schiava dell’austerity europea e della grande finanza, lo Stato permette alle società calcistiche di spalmare i debiti col fisco e spende 45 milioni di euro a stagione per garantire gli stadi da ultras violenti e tollerati, ricettacolo di nostalgici di estrema destra e infiltrati a servizio delle mafie. Lo studioso Antonio Nicaso spiega in un’intervista esclusiva i modi operandidelle cosche, almeno una trentina, che adoperano il calcio per attività di riciclaggio e per aumentare il consenso sociale. La questione infatti va affrontata sul piano economico ma anche culturale, se l’omertà del sistema scoraggia le denunce delle tante patologie, dal doping all’omofobia, per non parlare della ghettizzazione del calcio femminile e del sessismo che affonda le radici in una società ad alta ingerenza clericale. Il gioco resta il più amato del pianeta ma la televisivizzazione della partita, che si dilata tra moviole, sondaggi e veline, infarcita di messaggi buonisti dei vip e di polemiche artefatte, rappresenta una moderna arma di distrazione di massa. In alcuni momenti storici cruciali gli eventi calcistici sono stati adoperati per legittimare feroci dittature ma anche per distogliere tempo ed energie dalle rivendicazioni sociali. In Italia gli operai tifano la Juventus dei padroni della Fiat, il Napoli di Maradona fece dimenticare le ruberie democristiane del dopo terremoto in Irpinia, Silvio Berlusconi infilò tre scudetti consecutivi prima di scendere in politica e fermare i Progressisti di Occhetto, una sinistra che non era stata ancora rieducata all’atlantismo e al liberismo delle tecnocrazie. Gli stessi poteri forti che si schierarono per l’anticomunista Berlusconi nel passaggio alla Seconda Repubblica oggi sostengono Matteo Renzi contro i vecchi partiti, i sindacati e il sistema pubblico. Mentre scalava il Pd di Bersani e il governo del Paese, l’allora sindaco di Firenze si faceva amico del tecnico Cesare Prandelli, beneficiando dell’immagine e della popolarità dell’allenatore della Nazionale. Ma se Prandelli si è dimesso dopo la bruciante eliminazione ai Mondiali, il neo premier Renzi resta saldo al timone sulle ali di un’ampia maggioranza parlamentare ed elettorale, silenziosa e post democristiana. Sarà un nuovo ventennio di calcio, carogne e gattopardi?
http://stefanosantachiara2.wordpress.com/2014/07/02/calcio-carogne-e-gattopardi/