Scrivere poesie, si sa, non è da tutti. La poesia appartiene alle anime sensibili, a coloro che guardano il mondo con emozioni amplificate e che si arrampicano verso il cielo. La poesia è qualcosa che va oltre la scrittura di un racconto: non ha trama, ma ha immagini e colori tradotti in parole. Coglie momenti, respira attimi di vita.
Voglio farvi un regalo, pubblicando qui una poesia di LUCIANO MANFREDI, poeta sensibile e mio concittadino. Lui scrive di poesia fin da bambino.
Auguro a Luciano di continuare il suo cammino di poeta, con la sensibilità che lo contraddistingue.
Imprigionati dalla Vita
di Luciano Manfredi
Bambole di porcellana
gettate sul selciato
da perversi
imprigionati dalla vita.
Il loro nido è l'immondizia
culla della loro
esistenza,
-morti anche se nati-
così
l'alba è già appassita
nel sole
che mai vedrà la luce.
Il mio pregarti,
Signore, è senza voce,
pieno di specchi di
chi vede e non sa reagire.
Riaffiora il silenzio,
due occhi sbarrati e
vetro trasparente
ove scorrono lacrime
di sangue,
nell'innocenza pura di
chi non si difende.
Dentro un sacchetto di
plastica
posso solo guardare,
nulla più.
Sento che la mia anima
ha toccato il fondo
senza fondo, nel
domandarmi perché
quelle mie preghiere
non hanno ascolto
ma solo un tonfo
d'eco, senza ritorno.
La mia anima incontra
l'infinito
Vorrei essere come una
farfalla
con ali trasparenti,
vivere in un giardino
fiorito
invisibile al mondo
ferito.
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