Venerdì 25 gennaio, dalle ore 8.30, presso l'Istituto Professionale di Stato "G. Minuto" di Marina di Massa, si terrà un evento dedicato alla MEMORIA.
Il testo educativo di discussione e confronto sarà il libro "Memorie di Adelina Guadagnucci. La mia vita per l'istituto Pedroni" di Angela Maria Fruzzetti, giornalista, scrittrice, poetessa, attivista antiviolenza.
Adelina Guadagnucci è "ambasciatrice di Pace": un'insegnante elementare che diventò la "mamma" di quarantatre bambini orfani di guerra.
L'Evento è a cura di Associazione Eventi sul Frigido, Massa.
Intervengono:
Imo Furfori, professore insegnante di scuola secondaria
Mirella Cocchi, Commissione P.O. Regione Toscana
Angela Maria Fruzzetti, autrice del libro "Memorie di Adelina Guadagnucci"
Barbara Giorgi, blogger
Marco Alberti, cantautore
Silvio Riccardi, Ricordo di Adelina Guadagnucci
Studenti del Consiglio d'Istituto G.Minuto
Di seguito una bellissima pagina del libro, contenente le "riflessioni" di Adelina Guadagnucci.
"Perché Adelina, giovane, bella, colta, ha scelto di fare da madre a quarantatre orfani di guerra?
Mia madre aveva trentadue anni quando
rimase vedova, sola con sette orfani da crescere.
Avevo trentadue anni quando sola, ho
deciso di diventare mamma di quarantatre bambini, orfani di guerra. Ecco la
spiegazione!
Al posto del Pedroni, oggi sorge un istituto per
tossicodipendenti. Si chiama “La Crisalide”.
Oggi la guerra
si combatte anche su altri fronti. I
tempi sono mutati, velocemente. Ma il Pedroni non è morto, ha messo le radici
dentro il cuore e le memorie di quanti hanno trascorso in quel luogo alcuni
anni della loro vita.
E io ci sono. Ci
sono a fianco di quei bambini soli, eredi di una violenza difficile da
estirpare. Ho voluto consegnare a quei ragazzi i miei sogni repressi, i valori
di pace, di giustizia, di fraternità, di libertà, beni preziosi custoditi dentro un bagaglio
che mi trascinavo appresso come la mia ombra. E ho voluto svuotarlo lì, tra le pareti di quella nuda
caserma, sotto lo sguardo affamato di una
nidiata di piccoli che cercavano, spauriti, un po’ di calore, un po’ d’amore. Ho reciso, come
messaggera di pace, quel cordone ombelicale che li legava ad un mondo di odio e
di sangue. Ho rinunciato alla mia vita per riscattare quel pugno di libertà che
mi era stata negata, gettandone i semi nelle piaghe ancora vive di quelle innocenti
vittime di una guerra crudele. Ma non voglio onori, né glorie.
Per me è stato
tutto così naturale, così spontaneo. E’ stato come seguire un solco che
qualcuno aveva già tracciato affinché lo riconoscessi!
Io, io sono orfana! Come posso voltare le spalle a
quei ragazzi? La verità è dietro una porta che sta lì, nell'ombra, in
un angolo inesplorato della mia mente.
Ora so. So di
essere stata capace di fare la madre a quei figli perché io, inconsciamente,
ho ritrovato lei, mia madre, ricollegando quel filo che aveva snodato e lasciato lì, affinché
lo
riconoscessi e
lo seguissi.
Non è stato
tutto facile. Ma in quel momento ho riassaporato l’entusiasmo e la voglia di
gridare la mia verità al mondo.
Grazie, madre
mia, per l’inestimabile eredità che mi hai lasciato.
Ne è valsa la
pena."
Da "Memorie di Adelina Guadagnucci. La mia vita per l'istituto Pedroni" di Angela Maria Fruzzetti.