Francesco Giorgi, mio padre
E' morto il 3 maggio di tanti
anni fa. Era mio padre. Era un grand'uomo. Era la mia certezza, la mia forza,
il mio domani.
Se n'è andato e io lo cerco ogni giorno nelle piccole cose della vita.
Se n'è andato quel 3 maggio e la prima cosa che ho pensato è stata "non potrò più parlare con lui".
In quel momento non ho pianto. Ma sono riuscita a farlo altre mille volte, come quel giorno in cui ho letto una poesia di mia madre, dedicata a lui, al suo Francesco.
Ho pianto. E piango tuttora ogni volta che la leggo, perché in ogni parola c'è un grande, rabbioso dolore...
Se n'è andato e io lo cerco ogni giorno nelle piccole cose della vita.
Se n'è andato quel 3 maggio e la prima cosa che ho pensato è stata "non potrò più parlare con lui".
In quel momento non ho pianto. Ma sono riuscita a farlo altre mille volte, come quel giorno in cui ho letto una poesia di mia madre, dedicata a lui, al suo Francesco.
Ho pianto. E piango tuttora ogni volta che la leggo, perché in ogni parola c'è un grande, rabbioso dolore...
URLANDO DI RABBIOSO DOLORE
di Gabriella Izzo Giorgi
da
“Quaderni di poesia - Il Calamaio”,
Collezione di letteratura Arianna,
Book editore.
Book editore.
Quando
la
veste che ti teneva
unita
si
è strappata,
urlando
di
rabbioso dolore
ho
visto uscire
a
poco a poco
la
tua vita.
Abbandonata
sta
la veste vuota
sulla
sedia ed
io
in silenzio
la
sfioro appassionata
con
le dita.